Ma se c'è un motivo per cui Atari è caduta completamente nel dimenticatoio per moltissimi (anche per chi gli aveva dato fiducia) è per via delle sue scelte erranti del marketing, come ad esempio il poter dare a chiunque la libertà di poter programmare i giochi per l'Atari 2600, accumulando così talmente tanti giochi che la maggior parte risultarono degli aborti digitali, tanto da mandare presto in fallimento la console. Con l'Atari Lynx, la prima ed unica console portatile di Atari, che non solo non era costruita da Atari stessa ma non seppe neppure gestirla come si deve, perchè anche se era avanti luce rispetto al Game Boy (di Nintendo) e Game Gear (di SEGA) in termini di tecnologia, ammazzava completamente la sua natura portatile, per via della batteria che si esauriva in un attimo, la console era pesante e troppo larga ed era persino complicato nell'inserire e togliere le cartucce. Il colpo di grazia per Atari fu Jaguar, che mascherava il suo essere un hardware scadente a 16/32-bit in un finto 64-bit, infatti i giochi in 3D risultarono scattosi e con una grafica troppo pezzotta, poligonale e senza texture, in più la console fu creata di moltissimo al risparmio, insieme al suo controller, che funzionava talmente male da avere delle esperienze videoludiche terrificanti, per via del continuo lag di controllo. Alla fine, dopo tutti i grandi fallimenti che ha causato, è andata in fallimento e da allora, l'azienda è esistita in varie forme, mantenendo i diritti sulla proprietà intellettuale del marchio Atari e delle proprietà del software. Atari ha fornito la licenza per le varie console dedicate Atari Flashback prodotte dal 2004, ma non è mai stata direttamente coinvolta nella loro produzione e farsi produrre quelle console da AtGames (la stessa che ha prodotto quell'aborto di console plug and play per la riproposizione dei giochi per il Mega Drive) una serie di console plug and play, dove in ogni edizione venivamo riproposti alcuni giochi provienti dal catalogo di Atari 2600 e 7800, ma che sembravano scelti a caso manco fosse la Tombola, infatti di solito i pochissimi giochi presenti erano dei capolavori e molto conosciuti, altri invece erano aborti digitali e/o anonimi.
E poi, sorpresa sorpresa, venne presentato a Giugno 2017 durante l'E3 una nuova console di Atari conosciuta come Ataribox, rilasciando le immagini della scatola ma non dicendo alcuna specifica tecnica. Ci furono altre informazioni nel Settembre 2017 sulle specifiche tecniche ed il prezzo dovrebbe oscilare tra i 249-299 dollari. Poi ci fu una campagna di crowdfunding per supportare quel progetto. Concluso di avere uno stretto rapporto con Arrow Electronics, un'azienda di componenti elettronici, che ha supportato i precedenti progetti Indiegogo. I preordini dovevano iniziare nel 14 dicembre 2017, ma ci fu un ritardo temporaneo, affermando da Atari stessa che "ci vuole più tempo per creare la piattaforma e l'ecosistema per la comunità Atari". Durante la Game Developers Conference 2018, la console venne rinominata in Atari VCS. Tramite Indiegogo, con spedizione prevista a metà 2019, con tanto di pre-ordine avviato dal 30 Maggio 2018. Nel primo giorno, Atari VCS ha visto oltre 2 milioni di dollari in pre-ordini, superando di gran lunga i 100mila dollari previsti.
Dopo avervi raccontato una lunga storia di come sono andate le cose con Atari, voglio subito partire dalle mie impressioni:
Quando avevo sentito e visto per la prima volta di questo AtariBox (ora Atari VCS), all'inizio non ero per nulla convinto e mi sembrava un altro modo fallimentare per Atari, producendo una console per riproporre come al solito i giochi provenienti dalla Atari 2600, poi quando ci furono più informazioni, il mio disinteresse e delusione cominciò piano piano a convertirsi, ma ci arriviamo.
Cominciamo dal design di questa console, che non è per niente male e Atari ha voluto fare un incrocio tra il design di nuova generazione e il tipico design vintage che sprizza anni '70-80 su tutti i pori, tipica della amata-odiata Atari, ed anche i controller non scherzano, dove uno è il tipico joystick proveniente dall'era Atari (intimenticabile) e il joypad che ricorda molto quello di Ouya, quindi se uno preferisce di più giocare alla vecchia maniera puoi usare il joystick, altrimenti userà il joypad. Il sistema operativo montato è Ubuntu, insieme alla interfaccia proprietaria creata da Atari stessa, dove quest'ultima verrà utilizzata per giocare i giochi per l'Atari 2600 emulati, ma vorrei sperare che verranno aggiunti anche i giochi per le altre console Atari. L'interfaccia è semplice, immediata e per nulla confusionaria per l'utente finale. Questa cosa era già successa con Steam Machine, dove appunto su di essa veniva montato SteamOS, che era un Debian con Big Picture (l'interfaccia che ricorda vagamente quella di PlayStation) che parte in automatico, ma che purtroppo quella console non venne presa seriamente da moltissimi. Voglio sperare almeno che Ubuntu sarà personalizzato da Atari stessa, in base alle esigenze per la macchina su cui dovrà girare, ma cercando di rispettare la natura stessa di Ubuntu, ovvero l'esser una distro Linux fatto per i PC desktop che possa esser fatto apposta per chi voglia un sistema operativo semplice e facile da usare.
Verranno rilasciate ben due varianti, la prima è l'edizione da collezione che include il joystick e finiture in legno ed una invece realizzata completamente in plastica, anche se, parer mio, converebbe di più comprarsi la Collector's Edition, per offrire una miglior esperienza, anche per il fatto che è presente il joystick, che non deve mai mancare quando si vuole giocare ad un gioco Atari. La macchina in questione avrà al suo interno un processore AMD Bristol Ridge A10 (processore di fascia media che viene usato spesso per i notebook) con la scheda grafica Radeon R7, 4 GB DDR4 di RAM e 32 GB di memoria interna (che se si vuole soltanto giocare ai giochi per Atari la memoria è tanta, ma potrebbe diventare un gran limite per giocare ai giochi di ultima generazione disponibili su Steam (visto che Atari VCS lo si può usare anche come tipico PC desktop con Ubuntu).