giovedì 2 novembre 2017

L'origine dei Puzzle!


Vi siete mai chiesti come furono nati i puzzle e come sono cambiati nel tempo fino ad arrivare ad oggi? Scopriamolo insieme!

La sua origine iniziale fu nel 1767 in Inghilterra dal cartografo e precettore - preposto all'istruzione dei ragazzi - John Spilsbury (1739-1769). La sua idea geniale fu di fissare un planisfero a una tavola di legno e di separare poi con un seghetto le singole nazioni seguendone fedelmente i confini. Quello che uscì era un rompicapo che i suoi allievi dovevano risolvere, ricomponendo la cartina.
Ebbe talmente tanto successo che Spilsbury realizzò con la stessa tecnica mappe con temi sempre più specifici, ma sempre geografici. Comparve così la mappa dell'Europa, dell'Asia e di tutti gli altri continenti.


La parola puzzle è uno pseudoanglicismo: In Inghilterra si chiama "jigsaw puzzle" mentre con puzzle s'intende qualsiasi tipo di rompicapo (e non quello specifico di rompicapo). Il termine è attestato in italiano all'inizio del XX secolo e in origine aveva un'estensione semantica maggiore dell'attuale (potendo includere, oltre alla figura spezzata da ricomporre, anche le parole crociate); l'anglicismo è passato nel francese nel 1909 e due anni dopo si trova la prima attestazione in italiano. L'etimologia è sconosciuta (Giacomo Devoto propone una poco probabile alterazione di opposal nel senso di "problema da risolvere", altri lo collegano a una forma frequentativa di to pose col senso di "essere perplesso", in analogia a nuzzle da nose).

Però c'era stato inizialmente un problema molto grosso da superare, il costo: infatti i primi jigsaw puzzle erano sagomati a mano, un pezzo alla volta, da artigiani specializzati. Inoltre le mappe venivano dipinte su legni pregiati come il mogano e il cedro, che non erano di certo di poco valore e che quindi solo chi aveva tanti soldi in tasca poteva permetterselo e solitamente erano i figli della nobiltà e della ricca borghesia europea e americana.

Con il passare del tempo, anche i soggetti nei puzzle furono cambiati, dalle mappe geografiche agli episodi storici o di attualità, ma anche da disegni di animali o storie fantastiche. Furono cambiati pure i materiali di utilizzo i legni utilizzati, sia per una migliore distribuzione e soprattutto per il prezzo economico, utilizzando dei legni meno pregiati.


Per quanto riguarda l'invenzione dei puzzle con forme non più quadrate, col nome "par puzzle", negli Anni '30 del Novecento furono due giovani disoccupati, Frank Ware e John Henriques. Per realizzarli tagliarono sul tavolo della loro sala da pranzo il primo puzzle su commissione (con la data di nascita del committente) e per quanto riguarda la realizzazione, fecero dei bordi di forma irregolare in modo che fossero più difficili da completare. I par puzzle divennero presto (e sono ancora) un genere per intenditori: piuttosto costosi e ricercati.


Nel 1910 fu introdotto il puzzle interlocking (pezzi ad incastro). A partire dagli Anni '50 i tradizionali puzzle in legno vennero poi sostituiti da quelli in cartone, col vantaggio di una migliore qualità di stampa e e di riprodurre meglio fedelmente quadri celebri e foto spettacolari.

Quelli di oggi sono fabbricati in due fasi: la stampa e il taglio. L’immagine, stampata su carta antiriflesso e incollata su cartoncino, finisce sotto una pressa che, con un reticolo di lame, la taglia a pezzi. Le lame sono piegate a mano e, dopo vari utilizzi, sono sostituite: così gli stessi puzzle hanno forme diverse. 


Oggi si possono trovare nei negozi anche i puzzle 3D, cioè a tre dimensioni: i pezzi sono mattoncini che, assemblati nel modo corretto, creano oggetti tridimensionali come la Tour Eiffel. Ulteriori evoluzioni sono i puzzle-ball, in cui pezzi arrotondati vanno a formare sfere dipinte; i double-face, che rappresentano la stessa immagine, o due figure molto simili, su ambo i lati; e i puzzle che mostrano animazioni grazie alla realtà aumentata.
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