In questo articolo si parlerà di Erica, l'androide più simile all'essere umano mai fatto, frutto di una collaborazione tra l’università di Osaka, quella di Kyoto e l’Advanced Telecommunications Research Institute International di Tokyo. Fu creata da Hiroshi Ishiguro e Dylan Gras nell'ambito di un progetto su cui la ricerca giapponese sta investendo di più in assoluto.
Ad un primo sguardo, Erica somiglia moltissimo agli essere umani, soltanto che gli manca la naturalità del viso, (per essere ben chiaro, la sua espressività) che non ancora ai livelli di quella degli esseri umani. Ma è in grado di interagire, rispondere alle domande e addirittura parlare di sé, della sua vita e dei film che ha visto. Se la si ascolta parlare, ci si potrebbe confondere facilmente con quello di una ragazza in carne e ossa. Per il momento non può ancora muovere gambe e braccia, ma come spiega lei stessa "la cosa meravigliosa è che mi hanno detto che un giorno succederà davvero". Secondo Ishiguro, per il momento è l'androide più simile all'umano di sempre.
Ha anche un suo proprio carattere, in cui Erica ha una forte consapevolezza di sé, è determinata e spiritosa, tipici di quello umano.
Nel documentario, i suoi due “architetti” spiegano che il fine ultimo del progetto è la comprensione dell’essere umano: “Quando cerchi di costruire una mente e una personalità, cominci a chiederti: che cosa significa esattamente essere un umano?”, dice Gras. "Il compito è però di estrema difficoltà", spiega Ishiguro. “Non conosciamo esattamente come funziona il cervello, l’esatto meccanismo biologico della memoria, né come nascano intenzioni e desideri”. Anche Erica ha la sua opinione sul tema e persino sulla natura umana: “Penso che gli uomini abbiano un profondo bisogno di sentirsi speciali nell’universo. Non riescono ad accettare l’idea che possano non essere diversi dagli animali e dalle macchine”.