lunedì 21 agosto 2017

Basta con le notizie false! E' tempo di contrastarle!



La diffusione delle notizie false nel mondo del web è un fenomeno in cui purtroppo bisogna convivere (soprattutto nell'attualità). Eg il prezzo da pagare per accedere liberamente ad una molte smisurata di informazioni, che non sempre vengono adeguatamente filtrate e verificate. L'AGCOM è più volte intervenuta sul tema, non nascondendo una certa sfiducia nei meccanismi di autoregolamentazione adottati dalle piattaforme digitali che veicolano tali notizie e auspicando interventi normativi in grado di fissare precise responsabilità a carico dei gestori di tali piattaforme (si veda il rapporto presentato l'11 luglio scorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri).

In un recente intervento, Antonio Martusciello, Commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha fissato due principi che dovrebbero guidare le iniziative di contrasto delle ''fake news". Da un lato la creazione di un sistema di responsabilità, dall'altro l'applicazione degli stessi principi previsti per i media tradizionali:

Per arginare il fenomeno della disinformazione è necessario delineare un nuovo sistema di responsabilità ed estendere i principi previsti per i media tradizionali anche alle piattaforme digitali, preso atto dell'ormai decisivo ruolo di queste ultime nel sistema di circolazione delle notizie

Per chi non avesse capito bene quel pezzo, vuole dire che non é più possibile prevedere un regime diversificato per le piattaforme digitali e l'editoria, perché ciò viene definito come

poco in linea con l’esigenza di una regolamentazione future-proof dove una stessa piattaforma ospita servizi e contenuti audiovisivi ed editoriali afferenti alla disciplina sulla stampa e fonti di informazioni ibride o non professionali

Altro aspetto messo in evidenza dal dirigente è il "crescente interesse nei confronti del settore dell'informazione" manifestato dalle piattaforme digitali. Non si limitano solo a pubblicare notizie, sottolinea Martusciello, ma:

controllano ciò che viene fruito e da quale pubblico, chi viene pagato per l’attenzione ricevuta e persino quali forme e formati giornalistici emergono

L'intervento tocca poi ulteriori punti nevralgici della problematica, nella parte in cui si sottolinea che seppur la disinformazione non nasce con il web, il web ha amplificato tale fenomeno per una serie di motivi che comprendono sia "l'overload informativo", ovvero l'eccesso di notizie, sia la mancanza di una "gerarchizzazione delle fonti", non è sempre facile per l'utente finale stabilire quale può essere considerata una fonte attendibile e quale non lo è.

Martusciello mette poi in discussione anche la neutralità delle piattaforme che ospitano i contenuti:

se da un lato è vero che tali piattaforme non producono direttamente contenuti, è altrettanto vero che queste gestiscono, talvolta arbitrariamente, le notizie, decidendo cosa promuovere e cosa oscurare

Le conclusioni del dirigente non sono dissimili dalla posizione espressa a luglio scorso: occorrono specifici interventi normativi per arginare il fenomeno, in caso contrario il rischio è quello che la disintermediazione, tipica del web, travolga i tradizionali centri del sapere.
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