Ed ho messo un immagine di una scena di Totò, perché il suo starnuto calza a pennello nel suo personaggio.
A chi non è mai capitato che esponendosi alla luce, almeno una volta, abbia starnutito? E per luce intendo in generale, come quella del sole, del flash delle fotocamere, delle lampade, delle torce, etc. Come si spiega allora tutto questo?
Vi posso dire che essendo che mi capita qualche volta di starnutire a causa dei raggi solari o della lampada che uso spesso per illuminare la mia stanza buia, qualche curiosità mi è proprio venuta e son qui per svelarvi anche oggi questa verità.
Gli inglesi la chiamano sindrome ACHOO (Autosomal dominant Compelling Helio-Ophtalmic Outburst, e si legge proprio come l'onomatopea, cioè proprio come un starnuto), per noi è lo starnuto riflesso fotico o fotoptarmosi. È una condizione ereditaria (come dicono i ricercatori), che però a oggi non sono ancora riusciti a comprenderne fino in fondo le cause.
Aristotele fu tra i primi a notare che alcune persone tendono a starnutire quando entrano in contatto con una fonte di luce intensa, come il sole, ma solo negli anni Cinquanta del Novecento iniziarono i primi studi approfonditi sul fenomeno. Grazie a queste ricerche si scoprì che la causa è un rapido lampo di luce: chi soffre di fotoptarmosi starnutisce se viene esposto all’improvviso a una fonte luminosa.
Ci sono ben quattro motivi per questa causa, tra cui:
SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO
L'esposizione alla luce farebbe attivare una parte di questa componente del nostro sistema nervoso, responsabile delle azioni involontarie. Vi sarà di sicuramente capitato che guardando un flash luminoso aggrottate le sopracciglia e dilatate le pupille, potendo anche in modo spontaneo suscitare un altro riflesso quale, appunto, lo starnuto. Però ancora non si spiega il perché alcune persone starnutiscono davanti alla luce ed altre no.
UN'INTERFERENZA TRA NERVO OTTICO E TRIGEMINO
Un altro motivo è proprio l'intensa attivazione del nervo ottico, che rispondendo alla luce può anche sollecitare il vicino nervo trigemino, che controlla alcuni movimenti facciali. Il cervello potrebbe scambiare quindi lo stimolo luminoso come un irritante del naso, e rispondere di conseguenza. Alcune varianti genetiche potrebbero facilitare la prossimità tra queste terminazioni e quindi anche l'equivoco.
CERVELLO
Secondo uno studio svizzero del 2010, la corteccia visiva di chi starnutisce alla luce è più facilmente eccitabile e quindi più sensibile di quella di chi non ha questa reazione. Lo starnuto riflesso fotico sarebbe quindi una risposta più profonda ancora del riflesso che ci spinge, per esempio, a togliere la mano dalla piastra del gas ancora calda.
EVOLUZIONE
Secondo alcuni ricercatori, la causa potrebbe essere legata all'evoluzione della specie umana. Secondo questa ipotesi, in un tempo remoto e non ben definito, è possibile che starnutire con facilità fosse utile per la sopravvivenza degli esemplari di umani più giovani. Ma anche in questo caso si tratta di un mistero.
Diffusione della fotoptarmosi
Dopo aver concluso i quattro possibili motivi per questa causa, ora si parlerà di come si è diffusa la fotoptarmosi. La stima del 15-30% della popolazione è molto approssimativa, ed è basata sui dati forniti da ricercatori che nel corso degli anni si sono occupati del problema. Con un esame del sangue è possibile capire se una persona sia interessata o meno dalla condizione. Nel 1983 in Svezia furono condotte analisi su 500 donatori di sangue, arrivando alla conclusione che le persone interessate fossero circa il 20%, ma il campione era comunque molto piccolo. Altri studi hanno provato a capire se la fotoptarmosi sia predominante in alcuni gruppi etnici, ma arrivando a conclusioni da prendere con le molle: sembra che sia poco diffusa tra gli afroamericani, per esempio, con un 2%. È bene comunque ricordare che la causa è una variante genetica dominante, quindi c’è il 50% di probabilità che ogni nuovo nato da una persona con starnuto riflesso fotico abbia la stessa condizione.
La 23andMe, nel 2010 eseguì uno studio su diversi fattori genetici. La ricerca identificò, tra le altre cose, un marcatore genetico legato alla fotoptarmosi e già conosciuto per avere un ruolo negli attacchi epilettici. Il tema non è stato ancora approfondito, ma potrebbe portare a qualche progresso anche nello studio dell’epilessia.
Ed infine, per quanto riguarda il pericolo di questa fotoptarmosi, non la si può considerare pericolosa, visto che ella non rischia nessun tipo di malus per il nostro corpo, però, però, potrebbe diventarlo in alcune circostanze, per esempio se ci si trova alla guida e veniamo accolti da una luce forte, in cui ci farà finire fuori strada, ma anche per i professionisti che lavorano spesso all’aperto o coloro che pilotano gli aerei, ma per fortuna non ci sono state notizie su omicidi a causa della fotoptarmosi, quindi per questo motivo non la si può considerare così pericolosa.
Spero che questa curiosità vi sia piaciuta e ci vediamo domani con un prossimo post, a presto miei seguaci! :)